di Matteo Sicuro
Doveva essere una serata di festa per i tifosi rossoazzurri. Avevano invaso gli spalti del “Massimino” certi di poter brindare alla settima vittoria consecutiva. Felici di sostenere la propria squadra del cuore con la solita passione, l’immancabile entusiasmo. Si erano mobilitati in 15.000 perché a un evento così importante non si può mancare. Il derby con la Sicula Leonzio, anche se non è il Palermo, è pur sempre una partita non facile, tutta da vivere appassionatamente e da vincere: Noi siamo il Calcio Catania!
Quanti goal riusciremo a realizzare, si chiedevano fiduciosi e ottimisti, e se il Lecce perde, o non vince, a Matera già da stasera ritorneremo in testa alla classifica.
Questi, più o meno, i pensieri, i dubbi, i sogni dei sostenitori etnei, senza badare troppo alla Leonzio che, invece, la partita l’aveva preparata a dovere ed era fermamente intenzionata a rovinarci la festa. E, infatti, c’è riuscita con una prestazione superlativa, mettendo in campo voglia di vincere, cuore e massimo impegno. E buona disposizione tattica, tanta corsa e buone individualità.
Il Catania reduce da 6 vittorie consecutive, senza subire goal, aveva tutte le carte in regola per conseguire il settimo successo ma bisognava scendere in campo con la giusta determinazione e il dovuto rispetto per l’avversario senza pensare al proprio blasone calcistico, alla grande città che incontra la più piccola, ai recenti risultati vincenti ed esaltanti convincendosi che le partite di calcio si vincono, a prescindere, lottando e spendendo fino all’ultima goccia di energia.
Se i tifosi hanno il diritto di sognare, di festeggiare, per troppo amore e troppa fiducia, anche anzitempo, i giocatori hanno, invece, il dovere di essere concentrati sulla loro prestazione e determinati a vincere avvalendosi, per loro fortuna, di un pubblico di Serie A che con il suo incitamento manifesta la voglia di scacciare via i momenti bui di un recente passato e di tornare presto dove più gli compete. E’ un’arma in più che altri non hanno.
Senza drammatizzare ma con la mente piena di pensieri positivi per l’immediato futuro, dobbiamo, però, rilevare che il mancato giusto approccio alla partita non è stato la sola causa di questo passo falso. Alcune scelte tecniche, forse, andrebbero riviste e sapientemente modificate.
La formazione di partenza ha lasciato qualche perplessità, così come i cambi in corso d’opera. La squadra avrebbe avuto bisogno di maggiore equilibrio e, anche dopo aver subito un goal, la partita poteva essere gestita meglio per ottenere almeno un pareggio, se non la vittoria. Puntare sempre sulle risorse più in forma senza guardare il loro curriculum potrebbe essere una soluzione giusta e responsabile.
C’è delusione, certo, amarezza ma anche consapevolezza che si è trattato, ne siamo certi, di un semplice incidente di percorso, assolutamente rimediabile se si farà tesoro delle indicazioni che il campo ci ha fornito. Il campionato è lungo e il Catania è sempre lì, vicinissimo alla vetta, a lottare con forza per tornare a vincere e giocarsela con pieno titolo fino al traguardo tanto desiderato.
Non vorrei essere, sabato prossimo, nei panni della Reggina perché dovrà sfidare un Catania arrabbiato e deciso, naturalmente, a vincere.
Forza Catania!
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